I nostri denti ci sembrano sempre molto robusti e se siamo particolarmente attenti alla loro cura siamo convinti che possano durare a lungo, senza nessun tipo di problematica. 

Nella maggior parte dei casi è effettivamente così, ma a volte sono presenti altri fattori che vanno oltre le nostre possibilità di prevenzione e che possono portare a dei danneggiamenti

Carie e fratture possono avere motivi genetici o essere causate dalla presenza di alcune patologie, come ad esempio il diabete. Ne risulta però la necessità di porre rimedio, non solo per un fattore estetico ma anche salutare: un dente rotto può facilmente portare a infezioni, oltre che essere debilitante per la masticazione. 

L’ortodonzia conservativa ha a cuore la salute dei denti naturali di una persona e si occupa proprio di questo: salvaguardarli e restaurarli, per riportarli al loro originale splendore. 

 

Restauro o sostituzione? Perché l’ortodonzia conservativa è sempre da preferire

Di fronte a un dente danneggiato possono esserci principalmente due soluzioni: restaurarlo oppure estrarlo ed effettuare un impianto dentario che vada a sostituirlo. 

A prima vista la sostituzione potrebbe sembrare la scelta ottimale, potendo rimuovere il vecchio e sostituirlo con un impianto nuovo, ma in verità qualora ci sia la possibilità di salvare un dente questa risulta essere sempre la strada migliore da scegliere. 

Installare un impianto è un’operazione invasiva che mette a dura prova il fisico, costringendolo a uno o più interventi, e lo porta a caricarsi di stress eccessivo. 

Inoltre effettuare un impianto potrebbe danneggiare i denti adiacenti o la gengiva, per questo da un punto di vista biologico è sempre meglio cercare di conservare e mantenere in funzione il tessuto sano e la struttura originale del dente. 

 

Come opera l’ortodonzia conservativa?

L’ortodonzia conservativa, come detto finora, si occupa di preservare il tessuto ancora sano e la struttura originale del dente, andando ad operare sulla carie o frattura semplicemente restaurandola. 

Per prima cosa, perciò, in presenza di carie il dentista si occuperà di rimuovere la parte danneggiata del dente, fino ad arrivare al tessuto sano. Procederà disinfettando tutta la zona circostante, così da eliminare completamente la presenza batterica e sanificare completamente il dente. 

Infine, si occuperà di richiuderlo e restaurarlo usando diversi materiali, a seconda delle esigenze del dente e cercando di rispondere alle sue necessità estetiche ma anche funzionali.

I materiali maggiormente usati sono:

  • Oro, uno dei più tollerati dal corpo ma anche il più costoso e non sempre la scelta migliore a livello estetico.
  • Ceramica, che risponde perfettamente alle esigenze estetiche ma resta ancora particolarmente costosa.
  • Resina composita, la perfetta via di mezzo tra economicità, funzionalità ed estetica. 

Un tempo veniva largamente usata anche l’amalgama, un materiale riconoscibile per il suo colore argentato, ma ad oggi è una scelta che sta andando perduta e si sta valutando sulla possibilità di eliminarla completamente. 

Questo perché l’amalgama contiene mercurio, metallo i cui vapori sono tossici, e che quindi può comportare un rischio al paziente. L’ortodonzia conservativa si preoccupa molto infatti che il materiale scelto sia assolutamente biocompatibile, perciò tollerato dal corpo e che non comporti alcun rischio alla salute. 

 

Riassumendo

Capita a chiunque in un qualsiasi momento della vita di dover risolvere il problema di un dente cariato o fratturato. Di fronte alle possibili soluzioni, la migliore resta comunque l’ortodonzia conservativa che si occupa di restaurare semplicemente il dente, cercando di preservarne il più possibile la sua biologia.

Ciò che è importante, per questa branca dell’ortodonzia, è rispettare il più possibile la biologia delle persone curando e preservando ciò che resta del dente originale e usando materiali biocompatibili.